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Pagina pubblicata in data 1 settembre 2023
Aggiornata il 2 settembre 2023

Questo articolo è stato messo gentilmente a nostra disposizione dalla redazione della rivista Spiralis Mirabilis, consulta l'articolo cliccando qui.

關羽 guān yǔ è una delle figure più famose della cultura popolare cinese. Una figura avvolta dalle nebbie del tempo, contesa dalla storia, dal mito e dalla dimensione spirituale e religiosa della Cina.

關公 guān gōng, lord Guan, anche noto come 關帝 guān dì (imperatore Guan) fu una delle divinità più popolari ed influenti della Cina imperiale, e lo è ancora oggi nella Cina moderna.

La sua carriera "divina" è documentata dalla seconda metà della dinastia táng e continua ancora oggi.

Dio della pioggia, protettore contro i demoni ed i barbari e, infine, modello morale e salvatore quasi messianico.

Per tutta la sua vita "divina", la sua abilità fisica nell'usare l’azione "violenta" per fare del bene è rimasta una dimensione essenziale della sua immagine.

Quando osserviamo le scarse prove storiche sulla figura di 關羽 guān yǔ, scopriamo presto quanto la sua immagine religiosa si discosti da quella storica.

In questo articolo mi riferirò alla figura storica con il nome di 關羽 guān yǔ, mentre utilizzerò l'appellativo di 關公 guān gōng quando farò riferimento alla sua dimensione divina.

Nella Cina tradizionale, infatti, e in una certa misura anche oggi, era considerato offensivo, o addirittura lesa maestà nel caso della famiglia imperiale, riferirsi a persone, e quindi anche alle divinità, con i loro nomi personali.

Questo tipo di tabù si applicava a qualsiasi persona con cui si aveva una relazione gerarchica significativa, come l’imperatore, il proprio padre, il proprio insegnante, e così via.

關羽 guān yǔ visse alla fine della dinastia 東漢 dōng hàn (dinastia degli Han Posteriore 25 d.C. – 220 d.C.) e morì prima che l’ultimo imperatore abdicasse e 曹丕 cáo pī desse vita al proprio regno, 曹魏 cáo wèi nel 220 d.C. In realtà, la dinastia hàn aveva perso il controllo dei propri territori molto tempo prima, nel 184 d.C, all’indomani della rivolta dei Turbanti Gialli nella pianura del Fiume Giallo e del movimento dei Maestri celesti o dei Cinque becchi di riso, che controllava il regno di shǔ (l’odierna provincia di 四川 sìchuān).

La fonte storica più importante su 關羽 guān yǔ sono le "Cronache dei Tre Regni", 三國志 sānguózhì, famosa cronaca redatta da 陳壽 chén shòu (233 d.C. – 297 d.C.), che aveva iniziato la sua carriera burocratica al servizio dello stato di 蜀漢 shǔ hàn, fondato da 劉備 liú bèi (161 d.C. – 223 d.C.) insieme proprio a 關羽 guān yǔ.

Possiamo presumere che la carriera di 陳壽 chén shòu gli permise di essere abbastanza informato sui fatti di quel periodo storico. Ma anche se fosse stato così, avrà comunque dovuto basare la sua cronaca prevalentemente su testimonianze orali molti decenni dopo gli eventi, poiché la vita della maggior parte delle persone che popolano la sua narrazione si è svolta al di fuori dell’ambiente burocratico dello Stato. Inoltre, molti documenti potrebbero essere stati persi durante la guerra in corso. In effetti, la biografia di 關羽 guān yǔ nelle "Cronache dei Tre Regni" ha un carattere fortemente aneddotico, tradendo le sue origini orali. Alcuni aspetti cruciali della figura "storica" di 關羽 guān yǔ non sono nemmeno menzionati nelle cronache, ma hanno origine in resoconti successivi.

Secondo 陳壽 chén shòu, 關羽 guān yǔ proveniva dalla prefettura di 解州 xièzhōu, nel sud della moderna provincia di 山西 shānxī. Per ragioni che non conosciamo, fuggì nella prefettura di 涿州 zhuōzhōu, dove 劉備 liú bèi stava raccogliendo un seguito a cui si unisce assieme a 張飛 zhāng fēi (morto nel 221 d.C.). Furono fra i suoi primi seguaci. Lo avrebbero protetto dalle offese, seguendolo ovunque in ogni tipo di situazione pericolosa. L’evidenza storica non fa menzione del "famoso" giuramento di fratellanza che la tradizione ci ha trasmesso. Sebbene i tre uomini sicuramente fossero molto legati.

劉備 liú bèi e la sua "banda" si unirono ad altre milizie per combattere i Turbanti Gialli nel 184 d.C., e dopo il suo successo ottenne (o più probabilmente si creò) una posizione di spicco nella prefettura.

Quando lo Stato centrale cominciò a riaffermare il suo potere ed invio il proprio emissario per riportare all’ordine i capi milizia, 劉備 liú bèi reagì in modo violento, picchiando l’emissario.

劉備 liú bèi, poi, si unirà a 曹操 cáo cāo, uno dei principali signori della guerra di quegli anni ancora nominalmente legato alla corte imperiale.

劉備 liú bèi, e il suo gruppo non erano affatto dei leali sostenitori della casa imperiale hàn, lui era semplicemente a capo di una delle numerose bande di guerrieri che scorrazzavano in tutta la Cina settentrionale a caccia di fortuna. Insomma, 劉備 liú bèi e i suoi erano semplicemente dei rivoltosi.

Nel 200 d.C. la politica di 曹操 cáo cāo spinse 劉備 liú bèi nelle file di 袁紹 yuán shào. Durante uno scontro con le forze di 劉備 liú bèi, 關羽 guān yǔ fu catturato dagli uomini di 曹操 cáo cāo e trattato con grande attenzione.

La speranza di 曹操 cáo cāo era che 關羽 guān yǔ si unisse al suo esercito e servisse la sua causa.

Quando 曹操 cáo cāo affrontò gli eserciti di 袁紹 yuán shào, 關羽 guān yǔ combatté coraggiosamente al suo servizio. Accoltellando e poi decapitando 顏良 yán liáng, il capo degli eserciti avversari. In segno di gratitudine, 曹操 cáo cāo gli diede il titolo di Marchese di 漢壽亭侯 hàn shòu tíng hóu.

關羽 guān yǔ era grato a 曹操 cáo cāo per il trattamento ricevuto, che avrebbe ricambiato in battaglia. L’uccisione di 顏良 yán liáng, per lui significava essersi sdebitato.

關羽 guān yǔ aveva ricevuto grandi favori da 劉備 liú bèi. Questo in virtù del giuramento che aveva legato i due. Giuramento che aveva portato 關羽 guān yǔ a rimanere al suo fianco fino alla morte.

Quando 關羽 guān yǔ, ancora "prigioniero" di 曹操 cáo cāo, seppe con precisione dove si trovava 劉備 liú bèi, chiese a 曹操 cáo cāo di poter raggiunge 劉備 liú bèi assieme alle mogli di quest'ultimo (anch’esse prigioniere di 曹操 cáo cāo).

曹操 cáo cāo colpito dal suo forte senso di rettitudine lasciò 關羽 guān yǔ tornare da 劉備 liú bèi.

Le storie sull’uccisione di 顏良 yán liáng da parte di 關羽 guān yǔ e della sua fuga divennero episodi centrali di tutte le tradizioni narrative a lui dedicate. Allo stesso modo, il vago riferimento al suo giuramento di fedeltà a 劉備 liú bèi, si è poi evoluto nel giuramento di sangue fra lui, 劉備 liú bèi e 張飛 zhāng fēi.

Un dettaglio interessante nelle testimonianze storiche è il modo in cui uccide 顏良 yán liáng. Mediante accoltellamento. Che presuppone l’uso di una spada, e non dell’alabarda, arma a lui consacrata dall’iconografia religiosa.

Subito dopo il ritorno di 關羽 guān yǔ, 劉備 liú bèi si unì a un altro signore della guerra che portava il suo medesimo cognome. Alla morte di questi 劉備 liú bèi fondò il proprio regno.

In una sua lettera 諸葛亮 zhū gé liàng, famoso stratega di 劉備 liú bèi, scritta in risposta ad una lettera di 關羽 guān yǔ, scrive che "la sua barba" rán era incomparabile.

關羽 guān yǔ era molto orgoglioso della propria barba, di cui si prendeva molta cura. È, infatti, spesso indicato con il termine 鬚髯 xū rán (barba), che descrive una barba che copre sia il mento che le guance. La sua barba era a tre punte, caratteristica che sarebbe diventata un elemento essenziale della sua iconografia di divinità.

L’unica menzione in nostro possesso della possibile alfabetizzazione di 關羽 guān yǔ in una fonte storica moderatamente affidabile è in una lettera scritta da 諸葛亮 zhū gé liàng.

Nel 219 d.C. 關羽 guān yǔ era all’apice del suo potere. Gli fu ordinato di attaccare le armate di 曹操 cáo cāo situate nel nord della prefettura di 荊州 jīngzhōu. I rinforzi inviati da 曹操 cáo cāo, furono completamente spazzati via dalle inondazioni causate dal fiume hàn, che era gonfio a causa delle piogge autunnali. Questa vittoria sarebbe diventata un altro punto focale nelle storie sulla figura di 關羽 guān yǔ, nonostante il suo contributo fosse in realtà stato piuttosto limitato.

Dopo questa sconfitta i consiglieri di 曹操 cáo cāo lo consigliarono di allearsi con l’imperatore 孫權 sūn quán, che aveva il suo quartier generale nella parte settentrionale della regione del Basso Yangtze (長江 chángjiāng).

L’imperatore nutriva un personale rancore nei confronti di 關羽 guān yǔ. In passato 關羽 guān yǔ aveva rifiutato un’offerta di matrimonio fra il figlio dell’imperatore e sua figlia.

I consiglieri di 曹操 cáo cāo fecero pressioni su due dei generali di 劉備 liú bèi affinché si rivoltassero contro 關羽 guān yǔ.

L’operazione riuscì. Le armate di 孫權 sūn quán riuscì a prendere la città principale della prefettura di 荊州 jīngzhōu costringendo 關羽 guān yǔ a ritirarsi.

L’imperatore giustiziò tutte le mogli ed i figli degli ufficiali di 關羽 guān yǔ, colpendo duramente il morale del suo seguito.

Un secondo attacco da parte delle forze dell’imperatore portò alla cattura dello stesso 關羽 guān yǔ e del figlio 關平 guān píng.

Alla fine del 219 d.C. o all’inizio del 220 d.C., padre e figlio furono decapitati insieme sulla riva del fiume .

Una collina tombale che si dice sia essere quella di 關羽 guān yǔ e di suo figlio si trova ancora oggi presso il fiume.

關羽 guān yǔ ricevette il titolo postumo di Marchese robusto e generoso (壯繆侯 zhuàng móu hóu) nel 260 d.C.

Oltre al figlio píng, un altro suo figlio, chiamato xìng, era morto giovane. Anche il suo terzo figlio, tǒng, era morto abbastanza giovane. Rimase il figlio adottivo di xìng a ricevere i titoli di 關羽 guān yǔ.

Passarono secoli prima che persone con il cognome guān iniziassero a rivendicare la discendenza, e solo alla fine della dinastia míng (1368 d.C. – 1644 d.C.) alcuni gruppi iniziarono a praticare il culto degli antenati nei suoi confronti.

Non ci sono attualmente certezze assolute che questo resoconto sia storicamente attendibile al 100%.

Il racconto di 陳壽 chén shòu è stato accettato come quello più attendibile da tutti gli scrittori a lui successivi. Il messaggio centrale di 陳壽 chén shòu era che 關羽 guān yǔ era un uomo leale, come evidenziato dalla sua devozione nei confronti di 劉備 liú bèi, ma anche un uomo giusto che mantiene le promesse fatte, come illustrato dall’episodio della sconfitta di 顏良 yán liáng, per esprimere gratitudine a 曹操 cáo cāo per la sua generosità. In quanto ex servitore degli shǔ, 陳壽 chén shòu non poteva descrivere in modo esplicito 劉備 liú bèi, 關羽 guān yǔ e 張飛 zhāng fēi come una banda di rivoltosi.

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Francesco Russo

NOTE SULLA TRASCRIZIONE FONETICA
Le parole in lingua cinese quando appaiono per la prima volta sono riportate in cinese tradizionale con la traslitterazione fonetica. A partire dalla seconda volta, la parola è riportata con il solo pinyin senza indicazioni degli accenti per favorire una maggiore fluidità della lettura dei testi.

BREVE PROFILO DELL'AUTORE
Francesco Russo, consulente di marketing, è specializzato in consulenze in materia di "economia della distrazione".

Nato e cresciuto a Venezia oggi vive in Riviera del Brenta. Ha praticato per molti anni kick boxing raggiungendo il grado di "cintura blu". Dopo delle brevi esperienze nel mondo del karate e del gong fu, ha iniziato a praticare Taiji Quan (太極拳tàijí quán).

Dopo alcuni anni di studio dello stile Yang (楊式yáng shì) ha scelto di studiare lo stile Chen (陳式chén shì).

Oggi studia, pratica e insegna il Taiji Quan stile Chen (陳式太極拳Chén shì tàijí quán), il Qi Gong (氣功Qì gōng) e il DaoYin (導引dǎoyǐn) nella propria scuola di arti marziali tradizionali cinesi Drago Azzurro.

Per comprendere meglio l'arte marziale del Taiji Quan (太極拳tàijí quán) si è dedicato allo studio della lingua cinese (mandarino tradizionale) e dell'arte della calligrafia.

Nel 2021 decide di dare vita alla rivista Spiralis Mirabilis, una rivista dedicata al Taiji Quan (太極拳tàijí quán), al Qi Gong (氣功Qì gōng) e alle arti marziali cinesi in generale, che fosse totalmente indipendente da qualsiasi scuola di arti marziali, con lo scopo di dare vita ad uno strumento di divulgazione della cultura delle arti marziali cinesi.

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